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Che tu sia capitato qui per caso o su invito, sono lieta di poterti accogliere!

Questo è un blog nato per contenere esercizi di scrittura. Una specie di agenda di lavoro o, meglio, un archivio pubblico.
Quello di cui ho bisogno è un luogo dove archiviare storie e racconti che mi permetta di non accantonare, di non sfuggire a quello che la mia mente crea oggi, per quanto queste idee possano sembrarmi sciocche e scontate.
Un luogo in cui ritrovare e analizzare con occhio critico quello che ho scritto e scriverò nel corso del tempo, un luogo in cui esercitarmi con regolarità senza accampare scuse.
Ma, soprattutto, è uno spazio che spero mi costringa ad abituarmi a non rinchiudere in un cassetto quello che creo, che mi faccia confrontare con altri sul mio lavoro, perché una storia non esiste mai completamente senza qualcuno che la legga.

Non sempre posterò racconti completi, anche se vorrei che fossero la base di questo blog. La mia intenzione è anche solo quella di inserire progetti in fase di studio, lavorazioni incompiute, idee sulle quali mi piacerebbe basare storie future, analisi di lavori passati.

Tutto questo per cercare di migliorare la mia scrittura e me stessa.

domenica 27 novembre 2016

novembre 27, 2016 - , No comments

Esercizio 01 - Tempo 1 ora

Per aiutarmi a scrivere il secondo post di questa settimana il mio ragazzo ha scelto per me un'immagine, così da permettermi di inventare una breve storia. È uno degli esercizi che ci sono stati assegnati al corso e penso che sia molto stimolante, anche se non proprio semplice: non sono proprio bravissima a completare i lavori dati con tempistiche ben definite. Tuttavia questo è uno dei problemi che devo imparare a superare e i limiti mi aiutano a riempire la pagina bianca, quindi cominciamo prima di perdere tutto il tempo che mi è concesso in un'introduzione poco interessante.



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I Monti Eterni si stagliano freddi e inaccessibili contro il cielo terso, pericolosi come poche altre montagne sul continente non solo per i ghiacciai e i crepacci che ne ricoprono le vette. È l'unico luogo sulla terra dove il Velo che separa l'universo umano da quello degli Spiriti è talmente sottile da permettere a questi ultimi di entrare nel mondo materiale.
Non che si tratti di due realtà separate, badate bene. La Creazione è un unico tutto in cui ogni cosa si avvicenda in un ciclo continuo di nascita e morte, di separazione e ritorno all'Uno. Tuttavia ci sono una miriade di Piani diversi in questo universo, ognuno con le sue leggi e le sue particolarità.
Ad esempio, che una creatura in carne ed ossa non possa avventurarsi nel Piano spirituale con il proprio corpo, è una legge fondamentale. Al contrario gli spiriti possono vivere nel nostro Piano, ma sarà difficile per loro modificare o influenzare la realtà materiale. Questo non vuol dire che non ci siano modi per renderlo possibile, però. È questo il motivo per cui esistiamo noi Meleed: noi siamo creature ibride, siamo i Guardiani dei Piani. Il nostro compito è quello di mantenere in equilibrio la Creazione, facendo in modo che gli Spiriti che attraversano il Velo si attengano alle regole e, nel caso non lo facciano, dobbiamo intervenire per ricacciarli indietro.
Ogni Meleed ha delle piccolissime differenze fisiche che lo distinguono dai suoi fratelli, delle capacità comuni a tutta la nostra stirpe e alcuni poteri unici che lo caratterizzano, chiamati Jalan. Secondo il nostro Saggio, i Jalan dipendono strettamente dalle qualità del nostro carattere, ne sono quasi l'estensione fisica. Come le nostre impronte, non ne troverete mai due completamente uguali.
La principale particolarità dei Jalan, tuttavia, è che accompagnano il Meleed unicamente durante la sua vita di Guardiano. Nei cuccioli queste doti non si sono ancora sviluppate mentre negli anziani, gradualmente, spariscono.

All'improvviso sento la vibrazione profonda dei corni riempire l'aria.
Un brivido di aspettativa mi corre dalle orecchie fino alla punta della coda e scatto tra le rocce, diretta ai Picchi. Il fuoco sul mio manto crea dietro di me una scia di luce blu come se fossi una cometa. È quasi un secolo che quel suono grave e potente non si riversa nel Nido: è il segnale dell'arrivo di un umano, la creatura del mondo materiale con cui un Meleed deve stringere il Legame, l'ultimo passo prima di diventare un vero Guardiano.
Senza gli umani, noi Meleed rimarremmo solo semplici spiriti e non potremmo interagire completamente con la Creazione. Il Legame, invece, permette ai nostri poteri di svilupparsi completamente e di venire usati su ogni Piano. Naturalmente, questo contatto così intimo non può crearsi con tutti: uomo e spirito devono essere compatibili.
Oltre a me ci sono altri quattro Meleed pronti per cominciare la missione della nostra stirpe. Una volta non sarebbe stato neanche immaginabile che così tanti di noi rimanessero al Nido anche se maturi abbastanza da cacciare.
Tuttavia gli uomini hanno smesso da anni di salire fino alla nostra valle. Il viaggio è lungo e impervio, a migliaia hanno perso la vita per cercare di raggiungerci. È sempre stato così dall'alba dei tempi: fa parte della prova che i bipedi devono superare per dimostrare di essere degni del nostro potere. I più vecchi tra noi ci hanno sempre spiegato quanto fosse sacro il nostro compito e ci hanno raccontato di come per gli umani fosse un onore essere scelti per intraprendere questo duro cammino, però è da tempo che l'uomo è cambiato. Ha dimenticato le sue tradizioni più vecchie, ha dimenticato gli Spiriti e ha dimenticato il suo dovere verso il mondo. Noi abbiamo aspettato, pazienti e fiduciosi e ora, sembra che le cose stiano cominciando, finalmente, a tornare come dovrebbero essere.

Quando arrivo ai Picchi, Et'Helem, si sta dirigendo verso il fiume, dove una figura su due gambe si appoggia ad un bastone. È giovane, con lunghi capelli chiari raccolti in una stretta coda. I suoi vestiti di pelliccia hanno una foggia diversa da come l'ho immaginata dai racconti, il suo viso è arrossato dal vento, le sue mani piene di tagli tremano per la fatica, ma vedo la determinazione che brilla nei suoi occhi verdi.
Si inginocchia davanti al nostro Saggio, pronunciando alcune parole di rispetto nella nostra lingua.
Et'Helem lo squadra, rimanendo in silenzio per alcuni secondi, poi china la testa in segno di saluto e lo invita a seguirlo alla capanna dove potrà riposare fino al sorgere del nuovo sole.
Domani l'umano dovrà affrontare la cerimonia per iniziare il rito del Legame, se non la dovesse superare rischia la pazzia, addirittura la morte, e ha bisogno di essere al meglio delle sue forze.
Domani sarà un giorno importante.

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